Castro (Le), si palesa con prepotenza come il territorio più ricco nel vecchio continente in termini di biodiversità nella stigofauna che si annida nel sottosuolo, con un totale di 40 differenti specie catalogate! A contribuire in modo netto a questo risultato così sorprendente sono due cavità: Grotta Zinzulusa, che da sola conta 27 diverse specie, e Lu Bissu, che invece ne ospita 22.
Se allarghiamo la lente all’intero Salento il numero di specie campionate sale a 87. Sono numerosi, infatti, i siti carsici da sempre oggetto di uno studio continuo e capillare. Così come non mancano veri e propri ecosistemi caratterizzati da un’alta biodiversità intrinseca, come ad esempio le fonti dell’acquedotto Carlo Magno nella Valle dell’Idro a Otranto (Le) che da solo conta altre 18 specie.

Questo è un importante primato che emerge dai primi dati di un recente studio nell’ambito del progetto STIGE-CLIMAQUIFERI (STygofauna at the Interface between surficial and Groundwater Ecosystem: CLIMate change effects on AQUatic Invertebrates Fitness, Energy and Resource use in Italian aquifers) che ha coinvolto i ricercatori dell’Università Statale di Milano e del CNR IRET di Lecce, il Laboratorio ipogeo salentino di biospeleologia “Sandro Ruffo”, con il supporto logistico dei soci del Gruppo Speleologico Tricase e del Gruppo Speleologico Leccese ‘Ndronico.
Tra i suoi obiettivi STIGE-CLIMACQUIFERI si propone di collegare la distribuzione delle specie ipogee ed epigee di invertebrati salentini con le condizioni climatiche e le caratteristiche energetiche del nostro territorio, nonché di rivedere e contestualizzare, secondo moderne metodologie di archiviazione e gestione dei dati, tutte le informazioni sui campionamenti effettuati in indagini di ricerca pregresse, da privati o enti di ricerca. Queste informazioni sono spesso raccolte per uso strettamente personale, sporadicamente e senza nessuna soluzione di continuità, nella maggior parte dei casi appuntate su pezzi di carta o block-notes, e quasi mai in un formato che possa garantire interoperabiltà interdiscliplinare, né tantomeno fruibile per fini statistici più ampi. Occorre quindi un database in costante aggiornamento: un insieme di dati gestiti e integrati in maniera omogenea e uniforme, grazie ai quali valutare la salute della biodiversità e la distribuzione per aree geografiche di organismi altamente specializzati a vivere in ambienti carsici (spesso anche particolarmente insidiosi da raggiungere).

Allo stato attuale il database di STIGE-CLIMACQUIFERI conta 109 specie (di cui 29 endemiche per la Puglia) campionate in 622 records (di cui 481 relativi solo al Salento), basati su informazioni raccolte in 93 anni di ricerche in 224 siti (grotte e pozzi) distribuiti quasi uniformermente su tutto il territorio pugliese. Le fonti sono, ovviamente, variegate ed eterogenee, e oltre a dati storici comprendono anche rilevazioni più aggiornate, raccolte da recenti campionamenti condotti nell’ultimo anno. Questi records, compresivi di informazioni dettagliate su parametri fisico-chimichi degli ambienti oggetto del campionamento, verranno successivamente integrati nel LifeWatch Italy Data Portal per garantire un accesso duraturo e interoperabile secondo i principi FAIR (Findable, Accessible, Interoperable, and Reusable).
La Puglia conferma il suo ruolo di importante risorsa carsica per lo studio della biodiversità ipogea, situazione probabilmente ereditata da un’evoluzione geologica che l’ha vista protagonista di numerosi fenomeni di ingressione e regressione marina nel corso degli ultimi milioni di anni. Il Salento qui si colloca in una posizione ancor più favorevole: delimitato sia ad oriente che ad occidente da distese di acqua salata, con numerosi contatti con le risorse idriche del sottosuolo (tralasciando le sempre più invadenti attività antropiche). Le falde sono inoltre particolarmente calde in quanto subiscono più di altre gli effetti del riscaldamento globale. Decisamente un territorio particolarmente appetibile ai ricercatori per valutare le risposte della biodiversità alla variazioni ambientali.
Marco Piccinni
BIBLIOGAFIA:
Integrating formal surveys and local knowledge: Insights into the subterranean fauna of Apulia,
Boulamail S., Inguscio S., Ventruti S., Barzaghi B., Brognoli D., De Giorgi R., Langeneck J., Lo Parrino E., Mancini E., Manenti R., Martínez A., Pulieri M., Rossi E., Cozzoli F.