Speleologi, grotte e preistoria. Il resoconto

Speleologi, grotte, istituzioni, ricercatori e ricerche, curiosi e soci. Tutti gli ingredienti che hanno contribuito al successo di una ricetta inedita per il GST, che ha visto la sua realizzazione in occasione dei festeggiamenti per i 10 anni dalla sua costituzione.

L’oggetto delle ricetta è stato un convegno durante il quale sette relatori si sono avvicendati per narrare le proprie esperienze professionali e non, dirette o indirette, susseguitesi nel sottosuolo, snocciolando a speleologi, a cultori della materia e a curiosi completamente digiuni di nozioni carsiche, diversi punti di vista in materia di speleologia in grotte archeologiche.

Ospiti nella sala conferenze del Palazzo Serafini-Sauli di Tiggiano, con la benedizione di benvenuto del suo sindaco Giacomo Cazzato, slides, video, immagini e le foto di una piccola mostra fotografica, hanno permesso al pubblico di viaggiare nel tempo e nello spazio, in un contesto sospeso in una dimensione temporale atipica, dove è possibile leggere (come previsioni meteorologiche) tutte le variazioni climatiche del quaternario; dare una carezza sulla testa di un Neanderthal (o ciò che ne rimane); curiosare tra i messaggi lasciati incisi da perfetti sconosciuti sulle umide pareti di un budello buio e silenzioso; mettere le mani (solo figurativamente) su oggetti appartenuti e realizzati da quei cugini che sai di avere da qualche parte ma le cui connessioni parentali si perdono nei meandri delle generazioni (migliaia di generazioni!) e poi ispezionare i resti di ciò di cui si sono cibati (e non per valutarne l’efficienza nella differenziazione dei rifiuti); e infine destarsi da questa esperienza quasi onirica con un brusco ritorno alla realtà burocratica del XXI secolo.

Ed è così che abbiamo appreso degli insediamenti su palafitte sommersi nella grotte di Pertosa-Auletta, un complesso di cavità carsiche a valenza turistica nel comune di Pertosa (SA), grazie alle incredibili ricerche e documentazione video fotografica degli scavi presentati da Felice Larocca.

Di ritorno in Salento abbiamo fatto una sosta alla grotta di Lamalunga, per far visita a Ciccillo, o l’uomo di Altamura, come gli piace essere definito. Scoperto il 7 ottobre 1993 non ha ancora una età ben definita. Il suo scheletro, uno dei più completi mai ritrovati (corredato addirittura dai turbinati), ormai è parte integrante della cavità, intrappolato nelle sue concrezioni, e la sua controversa datazione lo vedrebbe cacciare animosamente nei paraggi della grotta tra i 180.000 e i 130.000 anni fa. Ci hanno parlato di lui, e dei vari progetti di studio che lo hanno visto protagonista insieme alla sua caverna, Giovanni Ragone e Salvatore Inguscio.

Ritorniamo a casa, seguiamo un gruppo di pellegrini delle contrade vicine che si affollano in una cavità ampia e buia, la Rutta. Sembrano tutti intenti a inciderne le pareti più interne: “che vandali!” diremmo oggi! Chi scrive queste righe li spia per raccontarne in giro i segreti che in questa grotta sembrano sovrapporsi, giorno dopo giorno, da quasi 1000 anni, sopra strati di paleosuolo che attestano una frequentazione della cavità, senza interruzioni, dal Paleolitico al Bronzo Medio.

Non potevamo non fare un salto nella Grotta dei Cervi e nella Grotta delle Veneri. Grazie a Ida Tiberi e Alberto Potenza abbiamo appreso di più sui nostri vecchi antenati: come mangiavano, gli strumenti che utilizzavano e come venivano realizzati, i reperti di arte mobiliare (le due statuine in osso delle Veneri di Parabita ad esempio) e parietale (gli oltre 3000 pittogrammi neolitici in ocra e guano di grotta dei Cervi) che sono giunti ai nostri giorni e che hanno contributo a consacrare agli onori della cronaca queste due eccezionali cavità.

Serena Strafella, funzionario archeologo per la soprintendenza archeologica, belle arti e paesaggio, conclude burocraticamente questo incredibile viaggio con una riflessione abbastanza pragmatica in merito alle buone e cattive pratiche di fare speleologia alla fine di preservare la stratigrafia archeologica di una qualsiasi cavità. Ne è emerso un dibattito costruttivo che apre alla possibilità di un proficuo dialogo tra speleologi e istituzioni di cui Aurelio Marangella, Presidente dalla Federazione Speleologica Pugliese, si è fatto portavoce.

Spento il proiettore, anche lo stomaco ha preteso di essere nutrito come la mente, reclamando altrettanta attenzione. Potevamo lasciarlo inascoltato? La cena è servita, preparata dalle abili mani delle donne del GST che hanno saputo tenere testa ad un esercito di speleologi, convogliati da diverse aree della Puglia nell’atrio del palazzo Baronale di Tiggiano per condividere e festeggiare insieme al Gruppo Speleologico Tricase questo piccolo, importante, compleanno!

Il giorno successivo tutti a digerire alla Grotta Grande del Ciolo e a quella di Terradico.

Grazie a tutti e alla prossima!

Marco Piccinni

2 risposte a “Speleologi, grotte e preistoria. Il resoconto”

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