Pozzo du Sulvanu in contrada “Li puzzi” a Patù

Al termine della nostra prima visita aperta al pubblico all’interno della grotta intitolata alla “Madonna delle grotte” di Acquarica del Capo, che abbiamo il piacere di gestire d’accordo con il proprietario, veniamo contattati per conto dell’associazione “Li Quattru Catti” di Patù per valutare lo stato di pulizia di un pozzo scavato a mano, in contrada “li puzzi”, profondo poco meno di 30 metri, e rimasto chiuso per oltre 20 anni. Accettiamo di buon grado la proposta e, una settimana più tardi, il 30 aprile, siamo già nel nostro imbrago di fronte al pozzo, nei prezzi di un piccolo edificio rurale utilizzato durante il periodo fascista come tabacchificio ed ora recuperato dall’associaizone “Li Quattru Catti” che ne ha fatto la sua base operativa e ricettacolo di buone e sane iniziative. Armata una macchina ci si infila in una delle due bocche prive di pistale, trafugato da ignoti, per la prima discesa.

Scendendo attraverso lo scavo manuale, di forma rettangolare e soggetto ad una leggera torsione verso il fondo, non possiamo fare a meno di notare che le “pedate”, usate dai pozzari per risalire il pozzo durante lo scavo, raggiungono solo metà della sua altezza, molto probabilmente consunte dalla presenza di acqua a pieno carico che ne ha dissolto via via le friabili pareti.

Una volta raggiunto il fondo del pozzo la situazione è parsa subito più rosea di ogni previsione. Pochi cm di acqua (per il resto asportata per oltre 80 quintali poche ore prima), pochi rifiuti pesanti depositati sul fondo e altri leggeri  che galleggiavano sull’acqua.

Concordiamo quindi una seconda data, il 5 maggio seguente, per ridiscendere nel pozzo “armati” di tutto punto per approntarne la pulizia e garantirne uno stato tale da rendere l’acqua potenzialmente potabile o per lo meno utilizzabile a scopi agricoli.

La pulizia procede senza intoppi e un vecchio fucile calibro 12, un vecchio contenitore in vetro di carciofi, con ancora il suo contenuto, vecchie bombolette di schiuma spray di carnevale dalla marca ormai sconosciuta, un paio di sandali da mare, un vecchio portafoglio, taniche, latte, bottiglie, scarti tessili, un peso a piombo e altre piccole cianfrusaglie vengono riportate alla luce caricate su un secchio forato svuotato poi in superficie, dove è partita le ricerca al cimelio da esporre nelle sede dei quattru catti.

La pulizia viene conclusa in un paio d’ore, salutando la sera che ri-accoglie i due spazzini emersi dal pozzo nella sua leggera oscuratà, rischiarati dalla luce delle decine di curiosi e associati quattru catti presenti all’evento.

Un nuovo pistillo sarà ricollocato sulla sommità del pozzo, realizzato dallo scultore Massimiliano Licci, in sostituzione di quello trafugato da ignoti. Alcuni lavori di riqualifica dell’area sono già stati approntati. Per il resto si attende l’inaugurazione, prevista per il 26 giugno 2017.

Un pozzo chiuso per oltre 20 anni che ha sostenuto le necessità idriche della popolazione di Patù prima della realizzazione dell’Acquedotto Pugliese, è stato restituito ai suoi legittimi proprietari, pronto a funzionare ancora come un tempo, e ancora meglio di prima, sotto l’egida di quattro gatti.

Marco Piccinni 

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