Un nuovo pseudoscorpione si aggiunge all’elenco dei “feroci” predatori che si aggirano tra i sassi e le fenditure nella roccia dei corridoi e cunicoli di “Santa Maria della Grotta”, Presicce-Acquarica. Un organismo troglobio descritto dal prof. Giulio Gardini (2021) nella sua revisione delle specie italiane del gruppo Chthonius ischnocheles.

Questo aracnide fu raccolto per la prima volta nel 1999 all’interno della grotta in esame e ultimamente ritrovato nella stessa durante una campagna di ricerca iniziata, nel 2017 e ancora in atto, condotta dal Gruppo Speleologico Tricase in collaborazione con il Laboratorio Ipogeo Salentino di Biospeleologia “Sandro Ruffo”. All’interno del genere Chthonius sono comprese 118 specie sia ipogee sia epigee con un areale incentrato nell’area euro mediterranea esteso verso est con poche specie (Gardini, 2021). In Italia sono presenti 35 specie, appartenenti a due gruppi: il gruppo orthodactylus tenuis ed il gruppo ischnocheles del quale fa parte il nostro nuovo amico. Chthonius inguscioi ha una lunghezza di 1.5 mm, è microftalmico, leggermente pigmentato con la presenza di granulazione ispida sui lati del carapace ed in altre due zone del corpo. Il carapace ha una forma trapezoidale ristretto posteriormente.
Le prime ricerche biospeleologiche in questa grotta già famosa per le centinaia di iscrizioni parietali datate tra il XI e XVIII sec., in greco e latino, che ricoprono interamente una delle due imponenti gallerie e che sta rivelando, anno dopo anno, sempre maggiori sorprese e scoperte, furono effettuate da Sandro Ruffo (uno dei più grandi esperti europei di fauna ipogea) e Angelo Pasa nel settembre del 1949. I due ricercatori notarono un’umidità interna piuttosto elevata, abbondanti residui organici e resti isolati di guano. Nonostante le condizioni favorevoli ad un ricco insediamento faunistico troglobio, osservarono solo poche specie troglossene e troglofile tra le quali numerosi esemplari dell’isopode Trachelipus camerani, gli araneae Harpactes strandi, Tegenaria nemorosa, Penicillidia dufour e Penicillidia conspiqua; il miriapode Lysiopethalum sicanum; l’Ortottero Troglophilus andreini; i ditteri Limonia nubeculosa e Nycteribosca kollari. Approfondite ricerche furono svolte da Salvatore Inguscio nel 1986 e poi dallo stesso biospeleologo accompagnato da Roberto Pepe negli anni ’90 del secolo scorso. In queste occasioni furono raccolte due importanti specie troglobie: lo pseudoscorpione Hadoblothrus gigas e il coleottero Italodytes stammeri trovato anche nella vicina “Grotta di Antonietta” in precedenti uscite condotte con il dott. Paolo Magrini.
Nei campioni prelevati in uscite condotte nel 2018 e nel 2022 sono stati raccolti diversi esemplari del nuovo pseudoscorpione, di entrambi i sessi, che hanno permesso a Gardini di revisionare la precedente classificazione ed elevare l’ignaro troglobio al rango di nuova specie.
Marco Piccinni
BIBLIOGRAFIA:
RUFFO S. (1955) – Le attuali conoscenze sulla fauna cavernicola della regione pugliese, Mem. Biog. Adr. Vol. 3, pp 1-143.
ROSSI E., INGUSCIO S. (2001), Animalia tenebrarum: biospeleologia pugliese, IdeeMultilmediali, pp. 1-96.
GARDINI G. (2021), The Italian species of the Chthonius ischnocheles group (Arachnida,Pseudoscorpiones, Chthoniidae), with reference to neighbouring countries, in Zootaxa Vol. 4987 No. 1. pp 131.
GRUPPO SPELEOLOGICO TRICASE (2021), Introduzione a Santa Maria della Grotta, youcanprint, pp 14-18